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Mag.-Giu. 2011

Circoli

Sandro Guaschino & Casale Tricolore

Mi viene da pensare che al giorno d’oggi, nella società attuale le raccomandazioni siano necessarie per tutti coloro che nel mondo del lavoro cerchino il cosiddetto “posto sicuro” o per lo meno “rassicurante”, senza sapere che non basta averlo ma bisogna essere capaci a mantenerlo, soprattutto in un periodo di crisi come questo! La cosa più scandalosa secondo me, non è la raccomandazione o una semplice segnalazione che può fare un parente, un amico o un conoscente, ma bensì il nepotismo che negli anni in Italia si è creato negli ambienti statali o parastatali. Non vi è mai capitato di entrare in un Comune, in una banca, o se vogliamo anche nelle facoltà Universitarie…e trovarci il figlio di Tizio, o il fratello di Caio? Come avranno fatto ad avere quel posto di lavoro, avranno vinto il concorso fra centinaia di candidati…o la solita raccomandazione che li ha privilegiati? La cosa ben più grave è quando “il raccomandato” lo troviamo in un posto di lavoro che richiede “una certa professionalità”, mi viene da pensare a un reparto di un qualsiasi ospedale sul territorio Nazionale, dove viene “sistemato il solito medico” che può essere il prodotto del famoso voto di scambio politico e che magari non è nemmeno all’altezza della situazione…e purtroppo i troppi casi di malasanità che negli ultimi anni sono alla ribalta della cronaca, mi fanno pensare che forse è la realtà dei fatti?!? Sicuramente dal mio punto di vista, la raccomandazione non è necessaria per tutti quei ragazzi che laureandosi con il massimo dei voti, con intelligenza e sforzo, vengono direttamente contattati dalle aziende e ricevono parecchie offerte di lavoro, dimostrando che quando si hanno veramente le capacità e la professionalità, alla fine questo fenomeno “della spintarella”…può essere contrastato. Quindi mi viene da pensare che l’unico modo per annullare definitivamente il fenomeno delle raccomandazioni, sia il ritorno alla meritocrazia professionale, al concetto che qualsiasi ruolo che richieda una responsabilità nel confronto di altre persone, è affidata secondo criteri di merito, e non di appartenenza lobbistica, familiare o di casta economica, cosa che “negli ultimi settant’anni” è stata presa sempre meno in considerazione!

 

Fabrizio C.

CIRCOLO CULTURALE CUORE NERO CASALE

 

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