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Gen.- Feb. 2010

Circoli

Sandro Guaschino & Casale Tricolore

E’ iniziato il 10 Dicembre scorso il maxi processo sulla strage Eternit in cui un magnate svizzero e un barone belga, padroni e amministratori della fabbrica di amianto, dovranno rispondere per disastro colposo che ha causato centinaia di vittime tra morti e ammalati di mesotelioma a Casale Monferrato e in molti altri paesi. L’Eternit inizia la propria attività in Casale nel 1907 e resta produttiva fino al 1986 quando la Società dichiara fallimento. In molti casi il polverino venne regalato ai dipendenti che, inconsapevolmente , portandolo a casa per lavori di piccola edilizia, esempio pavimentazioni di cortili di case private e di scuole, segnarono le loro vite e quelle dei propri familiari e non solo, dato che veniva trasportato in tutta la zona su camion e trenini  mettendo a rischio anche la vita della popolazione che con l’Eternit non aveva nessun rapporto di lavoro. La polvere assassina, stipata in mucchi e sacchi, rimane negli stabilimenti abbandonati e pian piano questo micidiale amianto blu esposto a vento e intemperie si sparge per la città. Il primo caso di malattia professionale fu riconosciuto dall’Inail nel 1987, era il mesotelioma che inizialmente si manifestava con l’asbestosi, fu dichiarata tale- cioè malattia professionale- per contrastare le affermazione dei dirigenti dell’Eternit che hanno sempre sostenuto che dentro i loro stabilimenti si lavorava in sicurezza e pare che ci fosse anche la compiacenza dei loro medici del lavoro. Nel 1987 la prima indagine epidemiologica su ex lavoratori stabilisce che in base a dati statistici sono circa 200 le vittime e negli anni successivi si arriverà a contarne almeno 2000! Da quell’anno viene vietato l’utilizzo dell’amianto sul territorio casalese anche perché c’era il rischio che l’Eternit France riprendesse la produttività. Il primo processo a Casale Monferrato fu fatto nel 1993 ma non si ottenne nulla; fu ripreso nel 2003 a seguito di un’indagine di Guariniello relativa ad un operaio torinese morto di mesotelioma che aveva lavorato l’amianto in Svizzera. L’indagine si estende a livello nazionale e il Comitato vertenza amianto di Casale Monferrato presenta un esposto con un migliaio di parti lese dove crolla subito l’idea che l’amianto veniva lavorato in sicurezza. Ora Casale attende giustizia e verità anche perché si prevede che il picco più alto di ammalati si raggiungerà nel 2020 e proprio per questo al processo si è presentata con 10 pullman pieni zeppi di speranza, quella che la maggior parte della cittadinanza ha perso insieme ai propri cari o amici o semplicemente conoscenti morti in tutti questi anni! Ogni cittadino casalese sa che in qualsiasi momento il “mostro mesotelioma” può bussare alla sua porta e portarselo via e sa che non c’è scampo perché da questo tumore non si guarisce! Sull’Eternit tutte le scelte sono sempre state contrastate, mai univoche mai condivise pienamente e forse per la prima volta tutte le parti politiche sono unite perché Casale Monferrato deve essere risarcita per il prezzo altissimo in termini di vite umane  pagato in tutti questi anni per un disastro ambientale che si doveva evitare. Sarà una vicenda lunga ma c’è un coinvolgimento tale che sicuramente ci potranno essere dei risultati. Nella primavera del 2006, finalmente giunge a termine l’abbattimento degli ex stabilimenti Eternit di Via Oggero, forse dopo tanti anni di parole si è attuata la bonifica più evidente e maggiormente simbolica che la cittadinanza casalese aspettava da troppo tempo e questo è solo l’inizio dato che il cielo di Casale Monferrato ancora oggi si specchia sopra troppi tetti di amianto!

 

Eja!                                                           

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