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Art. 19/12/2013

Circoli

Sandro Guaschino & Casale Tricolore

L’intitolazione al Generale Ugo Cavallero di una parte dei giardini pubblici che si trovano di fronte all’Ospedale, avvenuta due anni fa, ha avviato nella nostra città un accesissimo dibattito che non accenna a sopirsi.

Da un lato si pone un’ampia porzione del mondo politico-culturale casalese, riconducibile all’area del centro-sinistra e della sinistra antagonista, che contesta questa intitolazione considerando Cavallero colluso col fascismo ed anche un criminale di guerra per l’uso dei gas in Africa. Dal lato opposto si contrappone chi accusa la sinistra di uso strumentale ed “elettorale” della storia, giudicando questa protesta solo un’iniziativa propagandistica.

La polemica su Cavallero si è ben presto estesa al colonialismo italiano in Africa:  tutta un’unica, immensa avventura criminale oppure – contrariamente a quanto hanno fatto inglesi, francesi, belgi, ecc. – l’esportazione di principi di civiltà e di rispetto per le popolazioni indigene?

Proprio di questo si è parlato nel corso di un convegno, svoltosi la settimana scorsa presso il salone conferenze dell’ANFFAS, organizzato dal Circolo Sandro Guaschino, Casale Tricolore e dall’Associazione Nazionale Reduci Rimpatriati d’Africa.

Tre i relatori. Il primo, l’avv. Pino Carrato, ha contestualizzato l’evento spiegando la necessità di replicare a quelle che, a suo avviso, sono state versioni distorte e scorrette della nostra storia coloniale. L’avv. Carrato ha citato molti episodi  storici, anche estranei al tema del colonialismo, diffidando gli ascoltatori dal credere passivamente alle opinioni comuni senza sottoporle ad alcun vaglio critico. Ha concluso rendendo omaggio all’avv. Francesco Cappa, presidente Anpi, dimessosi da tale incarico perché non gli veniva consentito di parlare liberamente!

Il secondo oratore, l’avv. Alberto Costanzo, ha presentato un’articolata relazione su un tema particolare ed insolito: il diritto coloniale. Costanzo ha spiegato che il diritto e la legislazione di un’epoca sono strumenti importanti, fonti di informazioni per gli storici, per consentire di conoscere un’epoca o un fenomeno storico. Dalla sua documentata esposizione, effettivamente le norme dettate per disciplinare la vita nelle colonie sono apparse di stampo tutt’altro che imperialista, tanto che venivano tutelate le tradizioni, la cultura ed il diritto di ogni gruppo etnico locale. Questo particolare atteggiamento dell’Italia verso le sue colonie è stato spiegato da Costanzo facendo riferimento alla specifica finalità per la quale l’Italia volle dotarsi di territori oltre mare:  non per cercare nuovi mercati per la propria sovrapproduzione industriale, che infatti non aveva essendo un paese agricolo, ma per dare lavoro agli italiani e non costringerli ad emigrare all’estero. In proposito, Costanzo ha citato un dato agghiacciante, che spesso viene dimenticato: nell’800 sono emigrati 26 milioni di italiani, un caso unico nella storia del mondo moderno. Ed infatti, come il relatore ha illustrato basandosi su dati statistici,  la presenza di italiani trasferitisi nelle nostre colonie per lavorare è stata massiccia. Questa finalità dell’acquisizione di nuovi territori spiega anche perché all’epoca la sinistra parlamentare fosse molto favorevole alle imprese coloniali.

L’ultimo relatore, il dott. Mario Bocchio, autore di pubblicazioni sull’impresa coloniale italiana in Africa, ha insistito soprattutto sulle responsabilità attuali dell’Italia verso le popolazioni delle sue ex colonie, che ha abbandonato a se stesse.

Il convegno è stato seguito da un pubblico molto numeroso e particolarmente attento ed interessato ed è terminato con l’annuncio di un futuro evento per la primavera del prossimo anno: una nuova giornata di studio, dedicata alla figura del Generale Ugo Cavallero, con la presenza di due storici illustri quali Aldo Mola ed Antonino Zarcone.

 

A.C.

 

CASALE TRICOLORE

 

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